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In Italia sono ancora pochi gli interventi di transcatetere delle valvulopatie

Cardiologia Redazione DottNet | 01/10/2018 15:43

Sono solo un terzo rispetto a quelli della Germania

Si chiama "One Valve One Life" ed è il primo programma italiano di sensibilizzazione per la diffusione della terapia transcatetere delle valvulopatie, passando attraverso la vena della gamba. E' stato promosso nel 2014 dal cardiologo Francesco Romeo e dalla Società italiana di cardiologia e si propone di favorire una corretta informazione e la diffusione della terapia. Oggi, spiega Romeo, vengono fatti ogni anno in Italia 5.000 interventi del genere. "Sono insufficienti", spiega Romeo, presidente della Fondazione "Il Cuore siamo noi". "La Germania - aggiunge - ne fa 17.000. Il dato italiano delle sostituzioni valvolari via percutanea va triplicato". Durante una conferenza stampa organizzata a Roma per la Giornata mondiale del cuore, è stato spiegato come pazienti sintomatici inoperabili a 6 mesi abbiano in questo modo una mortalità superiore al 50%. La terapia transcatetere per loro potrebbe essere risolutiva.

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"Questi pazienti, in assenza di intervento, hanno un'aspettativa media di vita di circa 2 anni - spiega Romeo - Curare una valvola cardiaca significa salvare una vita.  Oggi abbiamo evidenze scientifiche indiscutibili chele tecniche interventistiche percutanee mini-invasive costituiscono un'opzione terapeutica salvavita alternativa all'intervento cardiochirurgico convenzionale. Fino ad alcuni anni fa l'unica possibilità terapeutica nelle valvulopatie cardiache era l'intervento chirurgico per sostituire o, se possibile, riparare la valvola danneggiata, un'operazione 'a cuore aperto' molto invasiva, che non tutti i pazienti possono affrontare per età, malattie concomitanti, fragilità generale. Oggi è possibile impiantare la valvola per via percutanea anche ai pazienti a rischio intermedio, cioè quei pazienti che prima erano candidati all'intervento convenzionale di chirurgia a cuore aperto".

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